
In giro per Cannaregio: tre parole che ho scoperto con #ExploreadingaVenezia
Venezia è una di quelle città che hanno il potere di lasciarmi senza fiato. Passeggiare per le sue calli mi fa sentire in una sorta di mondo delle fiabe: non mi abituo mai al fatto di trovare acqua ovunque mi giri!
A Venezia ci sono stata paio di volte per lavoro, direzione Lido, per la Mostra del Cinema di Venezia, e una per piacere, dove però mi sono beccata il diluvio universale. E insomma, girare per Venezia nella calca di turisti tra gli ombrelli non era stato proprio il massimo. Per questo, quando Martina e Agnese hanno organizzato l’evento Taccuino Veneziano, a Venezia con Exploreading non mi sono lasciata scappare l’occasione e sono saltata sul treno, non soltanto perché curiosa di conoscere meglio Venezia, ma anche per incontrare per la prima volta due blogger che da tempo seguo e leggo e che ammiro per il lavoro e le iniziative che portano avanti.

La giornata non ha deluso le mie aspettative, complice non solo la compagnia ma anche il bellissimo sole che ci ha accompagnato. Silvia, la nostra splendida guida di Artés nonché veneziana doc, ci ha portato a scoprire il sestiere di Cannaregio, passeggiando tra vicoli deliziosi – lontani dai classici percorsi turistici – che da subito ho trovato così familiari e unici.

Abbiamo attraversato il Ghetto e poi siamo stati accolti da Giancarlo, dell’associazione Arzanà, che ci ha fatto visitare uno squero e ci ha raccontato tutti i segreti delle gondole. Tra ponti, toponomastica, leggende, siamo saliti a bordo della gondola per raggiungere l’altra sponda del Canal Grande e goderci un aperitivo con spritz e meravigliosi cicchetti al baccalà.
Durante il tour, Silvia ci ha raccontato tanti aneddoti e tra quelli che mi sono rimasti più impressi – da linguista – sono quelli relativi alle “parole”. Curiosi di scoprirli?
Cos’è e cosa significa “nizioleto”
Camminando per Venezia non potrete fare a meno di notare che i nomi delle strade o dei canali, così come le indicazioni verso i punti cruciali della città, sono dipinti a mano direttamente sugli intonaci e sui muri delle case, all’interno di un rettangolo bianco. Queste tipiche indicazioni si chiamano “nizioleti” che in veneziano è il termine utilizzato per indicare un “lenzuolino”: il rettangolo bianco infatti ricorda proprio un lenzuolo bianco. Ce ne sono alcuni molto particolari, originati da situazioni particolari od eventi. La cosa interessante da notare è che sono scritti in dialetto veneziano: e quando i nuovi nizioleti vengono scritti in italiano…in poche ore spariscono le lettere di troppo!

Dal “getto” delle fonderie al Ghetto di Venezia
Nel quartiere Cannaregio si trova il Ghetto ebraico di Venezia. La cosa più curiosa sta nel fatto che la parola “Ghetto”, utilizzata oggi per indicare il quartiere ebraico in molte parti del mondo, è da legare proprio a Venezia.
Nel Cinquecento gli Ebrei vennero confinati in un’area denominata “ghèto” poiché vi si trovavano le fonderie pubbliche. Il toponimo deriverebbe quindi da ghettare, cioè “affinare il metallo con la ghetta”, parallelo a gettare, cioè “fondere i metalli”.

Squero, il cantiere delle navi
Quando ho letto per la prima volta il programma di #ExploreadingaVenezia a lasciarmi con un grande punto interrogativo sulla testa era stata la frase “visiteremo uno squero”.
Ma che è sto squero?, mi sono chiesta.
Ho deciso però che avrei dato una risposta soltanto in loco! E allora, seguendo Silvia nel quartiere Cannaregio, siamo arrivati allo squero Arzanà dove, tra gondole e strumenti antichi, ho scoperto che lo squero veneziano è un tipico cantiere per imbarcazioni a remi. L’etimologia sembrerebbe essere legata alla parola di lingua veneta squara, cioè la squadra, lo strumento di lavoro fondamentale per i maestri d’ascia, professione di spicco dei vecchi cantieri navali. Altra ipotesi è che derivi dal greco ἐσχάριον (eschárion), che significa proprio “cantiere”.

Conoscevate già l’etimologia di queste parole? Avete altre curiosità legate a Venezia da raccontare? Siete mai stati nel quartiere Cannaregio?
Io nel frattempo vi consiglio di fare un salto anche sui blog di Agnese e Martina, che hanno organizzato questa esperienza a Venezia, e di Elisa Ruggieri, una delle blogger con cui ho condiviso questa avventura!

