certosa di parma
Emilia Romagna

La Certosa di Parma: da abbazia ad archivio della comunicazione

Sembrerà strano, ma quella che potrebbe aver ispirato Stendhal nel suo romanzo La Certosa di Parma, non si chiama “Certosa di Parma”, ma Certosa di Paradigna. E a dirla tutta, non è neanche una certosa, poiché non appartenne mai ai monaci Certosini. Si tratta invece dell’abbazia di Valserena che si trova a pochi chilometri di distanza da Parma e che fu costruita tra il 1314 e il 1324 da maestranze benedettine.

L’imponente colosso monastico nel corso dei secoli ha subito numerosi interventi di sviluppo dell’impianto e dal 2007 l’Abbazia è sede dello CSAC – Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma, fondato nel 1968. Gli spazi sono stati proprio quest’anno rinnovati con un progetto architettonico promosso e sostenuto dall’Università di Parma.

certosa di parma esterno

Entrando nell’Abbazia non ci si trova davanti a statue di santi o altari, ma circondati da un patrimonio di oltre 12 milioni di pezzi conservati dallo CSAC suddivisi in cinque sezioni: Arte,  Fotografia, Media, Progetto e Spettacolo. Ad essere esposte sono, a turno, 600 opere all’interno della Chiesa stessa, creando uno spazio multifunzionale, a tratti surreale, che unisce l’antico e il moderno.

certosa di parma internoOpere e documenti del CSAC non sono quindi solo a disposizione di studiosi, docenti e studenti per attività di ricerca e didattica ma, grazie al percorso espositivo museale, sono visibili e apprezzabili di tutti i visitatori negli spazi più suggestivi del complesso monumentale: la sala ipogea, la sala delle colonne e la chiesa stessa.

Un vero e proprio viaggio nel tempo della comunicazione è possibile dunque grazie a 7.000 bozzetti di manifesti e 2.000 manifesti cinematografici di autori come Ballester, Acerbo, Cesselon, Ciriello, Manno,  11.000 disegni di satira e fumetto e 3.000 disegni per illustrazione di autori come Pericoli e Chiappori, quelli del gruppo de “Il Male” (Angese, Giuliano, Perini, Vincino), quelli del gruppo di “La Repubblica” (Bevilacqua, Bucchi, Alain Denis, Eletti, Jezek, Micheli), e poi ancora Galantara e Bisi, oltre agli archivi di Brunetta Mateldi.

L’archivio raccoglie poi opere di disegno di moda e disegno progettuale di architettura e di design, e vanta una Sezione Fotografia che inizia le sua attività nel 1970, con esposizioni su Lee Friedlander e sulla New Photography USA in collaborazione con il Dipartimento Fotografia del MOMA di New York.

certosa di parma archivio

Sito web: www.csacparma.it

Biglietti
Intero: 10 euro
Ridotto per gruppi a partire da 10 fino a 20 persone e convenzioni: 8 euro
Ridotto per gruppi oltre le 20 persone, ragazzi dai 13 ai 18 anni, studenti universitari, docenti delle scuole e delle università statali europee, Personale dell’Università di Parma: 5 euro
Ridotto per gruppo scolastico delle scuole superiori: 3 euro
Ingresso gratuito per gli under 13, studenti dell’Università di Parma accompagnati da un docente, giornalisti, guide turistiche interpreti in servizio, portatori di handicap e accompagnatori.

Visite guidate
– nei fine settimana senza prenotazione alle ore 16.00 e 18.00 al prezzo di € 12 (a persona);
– negli altri giorni e orari solo su prenotazione;
– CSAC per le famiglie: dal 12 luglio visite interattive ogni seconda e quarta domenica del mese 

Giorgia. Giornalista, blogger, ambientalista. Testa rossa, sempre. Amo i viaggi, la fotografia e la tecnologia. Nel mio zaino ci sono Arturo e Gertrude, due gufi che si amano e che mi accompagnano ad esplorare il mondo.

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