viteadovest
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Visita alla cantina Viteadovest: “Più ad ovest di così non c’è nulla in Sicilia!”

Come riassumere una visita alla cantina Viteadovest, in Sicilia?

Per citare una famosa esclamazione: “First reaction: shock!”

Shock per tanti motivi…

Anzitutto Viteadovest, che nasce nel 2013 e prende il nome dalla posizione delle vigne dislocate tra Marsala e Mazara (“più ad ovest di così non c’è nulla in Sicilia!”), non è la classica cantina: per motivi tecnici/logistici la Cantina sta subendo un mini trasloco e una riorganizzazione interna per cui al momento non è al massimo del suo ordine e splendore.

Shock perché la degustazione avviene sostanzialmente nella veranda di casa dei genitori di Vincenzo Angileri (enologo e proprietario della cantina Viteadovest). Questa è una delle cose che ritengo più belle del mondo del vino: aprire ad un estraneo la propria casa e i proprio ricordi nel nome di una passione comune e trascorrere due ore insieme come farebbero degli amici da una vita.

Shock perché le bottiglie sembrava non finissero mai…e solo dopo aver degustato il Passito Rosso “Ciauro i passula” ci rendiamo conto che avevamo analizzato 13 idee ben definite e completamente diverse tra di loro.

Passare in rassegna tutte e 13 le bottiglie sarebbe troppo lungo, per cui mi limiterò a dettagliare ciò che più mi ha colpito.

I vini della cantina Viteadovest da provare assolutamente

Le uve principalmente coltivate da Viteadovest sono Catarratto Grillo Nero d’Avola Nerello Mascalese Cabernet Sauvignon “Parpato” (Frappato).

Ritengo che Vincenzo Angileri abbia di fatto restituito al Catarratto l’importanza che merita, comprendendone al massimo la filosofia e la vera essenza. Un vitigno nobile dai profumi intensi e un’acidità e struttura pazzesca, comparso ancor prima del Grillo nel territorio trapanese/marsalese. Non a caso, Vurgo e Rina sono i due vini bianchi che più mi hanno colpito: 80% Catarratto 20% Grillo il primo, 100% Catarratto il secondo. 

Vurgo

3/5
vurgo

Il Vurgo è ottenuto da vigne di 40 anni ad alberello in zona Marsala. Vinificati in acciaio o vetro resina con 2 giorni di macerazione con le bucce, fermentazione spontanea con lieviti indigeni, 7 mesi di affinamento sulle fecce fini, non filtrato. Un vino piacevolissimo. I profumi sono agrumati, floreali e balsamici ed in bocca il vino è morbido, sapido, minerale e persistente

 

Rina

4/5

Il Rina invece viene Vinificato in botte di castagno con macerazione sulle bucce. Fermentazioni spontanee da lieviti indigeni. 
Affinamento sulle fecce nobili. Sei mesi in botte di castagno e sei mesi in tonneaux da 350 litri. Un vino di una longevità straordinaria. Il nome deriva dalla “rina” che in siciliano vuol dire sabbia per via della conformazione dei terreni. Il naso sprigiona profumi netti di zagara ed erbe aromatiche, sentori affumicati e caramellati; in bocca il sorso e’ pieno e sempre accompagnato da una bella acidità che dona al vino oltre che piacevolezza tanta longevità. 

Ciauro i passula

5/5
cianuro i passula viteadovest

Questo Passito rosso viene ottenuto da uve Cabernet Sauvignon coltivate in terreni distribuiti sul territorio dei comuni di Marsala e di Mazara del Vallo e appassito naturalmente per metà al sole su graticci per metà in piccole cassette sistemate nel sottotetto. Poi la massa viene pigiata, fatta rifermentare con mosto di nero d’Avola. Lunghe macerazioni con le bucce, fermentazione spontanea con lieviti indigeni, affinamento in acciaio.

Un Passito rosso intenso che al naso sprigiona profumi proprio di uva passa e frutti rossi, armonico in bocca con un tannino elegante e potente ed una freschezza che bilanciano perfettamente una dolcezza non indifferente. Il nome significa, letteralmente, profumo di uva passa. 

 

N. 73

4/5

N. 73

Vino “perpetuum” ottenuto da una base di vino di 40 anni rinnovata di anno in anno con l’aggiunta di vino delle nuove annate.
Fermentazioni spontanee da lieviti indigeni. Nessun intervento sulle uve, nessuna aggiunta di solforosa e altri additivi chimici.
73 come l’anno di nascita dell’enologo Vincenzo Angileri, 73 come l’anno in cui il papà di Vincenzo porto’ con se dalla Cantina sociale Birgi una botte utilizzata per il Marsala che ancora oggi viene utilizzata per la produzione di questo straordinario vino. A dirla tutta sarebbe una imperfezione chiamarlo metodo perpetuum, quanto piuttosto un metodo soleras dove però la botte originaria non viene mai svuotata integralmente, ma ricolmata dal vino della nuova annata così come l’ultima botte della batteria. Ed è un grandissimo vino che al naso sprigiona sentori di frutta secca (fichi, mandorle, noci), uva passa, sapidità (salsedine). In bocca è favoloso, fresco e persistente, mantenendo comunque una piacevolezza di frutto sul finale.

n 73 viteadovest

Le altre proposte di Viteadovest

I vini degustati di Viteadovest sono stati accompagnati da alcuni vini nati da un progetto tra Vincenzo e il cugino Salvatore (le bottiglie infatti sono contraddistinte dal marchio “Istinto Angileri”). ll loro progetto nasce nel 2019 e parte dal loro forte legame familiare e dall’amore per il mare, così hanno deciso di riprendere le vigne vicino la costa: “vigne rigogliose che crescono su un suolo ricco, che vengono ricoperte di salsedine, dando così vita a vini che manifestano l’identità della nostra terra”. Tra questi, di assoluta piacevolezza il Principino 2019, un grillo in purezza che non stancherebbe mai per la sua vivacità al naso e in bocca.

Completano le proposte della Cantina Viteadovest:

  • Bianco (80% Grillo 20% Catarrato)
  • Bayt (100% Grillo)
  • Muké (100% Cabernet Sauvignon)
  • Ghammi (100% Nero d’Avola)
  • Kapo Rosso (Nerello Mascalese e Nero d’Avola)

Mentre sotto il nome “Istinto Angileri”:

  • Zeta (100% Zibibbo)
  • Ro.Sa. (100% Parpato)

Tanta curiosità di riprovare questi fantastici vini tra un po’ di anni di ulteriore affinamento in bottiglia, perché sono sicuro che sapranno offrire grandi sorprese.

5/5

La valutazione dei vini è sempre frutto di un’esperienza vissuta in un determinato momento ed in determinate condizioni. Il vino cambia, evolve ed un assaggio fatto in un momento sbagliato potrebbe condizionare il giudizio che in quel caso potrebbe non essere lo specchio reale di quel prodotto. 

Vorranno scusarmi i produttori se non sempre il mio giudizio sarà all’altezza dell’impegno e sacrificio dedicato per imbottigliare quella bottiglia.

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